Il Decreto ‘Cura Italia’, che abbiamo già introdotto nei contenuti complessivi, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 17.3.20. (1) Anche in vista della Fase 2, vale a dire del progressivo riavvio delle attività finora sospese a causa dell’emergenza COVID-19, ci si sofferma ora su due elementi d’interesse per startup innovative e ‘bonus pubblicità’.
Startup innovative e digitalizzazione della PA
Le misure di contenimento del contagio da Covid-19, a partire dal decreto #RestiamoaCasa (DPCM 11.3.20), hanno determinato l’urgenza di organizzare il c.d. ‘lavoro agile’ (o smart working). Il che presuppone la disponibilità non solo di dispositivi e connessioni individuali da parte dei lavoratori coinvolti, ma soprattutto l’organizzazione dei sistemi informatici condivisi e sicuri ove essi possano operare.
Il ‘Cura Italia’ – nel dare atto di tale esigenza – ha riservato alle startup innovative un ruolo chiave, ai fini dell’implementazione e ‘diffusione del lavoro agile e di servizi in rete per l’accesso di cittadini e imprese’:
– le amministrazioni pubbliche, fino al 31.12.20, potranno acquistare beni e servizi informatici (con preferenza verso i servizi di cloud computing basati sul modello SaaS, Software as a Service), mediante accesso diretto alla procedura negoziata. Vale a dire, senza obbligo di preventiva pubblicazione di un bando di gara d’appalto,
– la procedura semplificata di cui sopra è tuttavia sottoposta alla condizione che l’aggiudicatario venga selezionato da una rosa di almeno quattro operatori dei quali almeno uno sia una start-up innovativa o una piccola e media impresa innovativa. (1)
Dopo l’aggiudicazione, le amministrazioni sono autorizzate all’immediata stipula ed esecuzione del contratto. Con l’obiettivo di ‘accelerare e semplificare al massimo i procedimenti burocratici per l’acquisto di beni informatici e servizi digitali, in un momento in cui sono particolarmente strategici e importanti per tutto il Paese’, come dichiarato dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano.
‘Cura Italia’ e ‘bonus pubblicità’
‘Cura Italia’ è altresì intervenuto sul c.d. ‘bonus pubblicità’, di cui al D.L. 50/17, articolo 57-bis (Incentivi fiscali agli investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali e misure di sostegno alle imprese editoriali di nuova costituzione).
Le misure straordinarie urgenti a sostegno della filiera della stampa introdotte dal decreto prevedono infatti la concessione di un credito d’imposta nella misura unica del 30% del valore complessivo degli investimenti effettuati. Entro i limiti stabiliti dal DL 50/17, a favore dei soggetti e secondo le modalità ivi indicate, con effetti limitati all’esercizio fiscale 2020 (DL 18/20, art. 98).
Il credito d’imposta, con riferimento al solo esercizio fiscale in corso, viene esteso – oltre che agli ‘esercenti attività commerciali che operano esclusivamente nel settore della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici’ (2) – anche a tutte le ‘imprese di distribuzione della stampa che riforniscono giornali quotidiani e/o periodici a rivendite situate nei comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti e nei comuni con un solo punto vendita’. Con facoltà ulteriore di considerare le spese per i servizi di fornitura di energia elettrica, i servizi telefonici e di collegamento a internet, nonché i servizi di consegna a domicilio delle copie di giornali.
Il tetto massimo del credito d’imposta è stabilito per il 2020 nella misura di 4.000 euro (anziché 2.000). Ed è differito di 6 mesi, dall’1 al 30.9.20, il periodo di invio della comunicazione telematica di accesso al credito. Ferma restando la validità delle domande presentate tra l’1 e il 31.3.20.
Selena Travaglio e Dario Dongo
Note
(1) Ulteriore presupposto di applicazione della procedura semplificata è che gli acquisti siano strumentali all’attuazione di progetti a sostegno del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione’
(2) Cfr. legge 145/18, art. 1, comma 806