L’IoT, ‘Internet of Things’, si inizia a mostrare nella vita quotidiana con applicazioni di domotica, sicurezza, intrattenimento. Ma la terra chiama e le agrotecnologie possono offrire ottime sponde all’agricoltura sostenibile. Alcuni esempi a seguire.
L’IoT in agricoltura
La semplificazione dei sistemi di prototipazione dei dispositivi di domotica, negli ultimi anni, ha consentito a scuole e giovani ‘startupper’ di lasciare finalmente spazio alla creatività. (1) Il settore agricolo raccoglie ancora un interesse minore rispetto ad altri, anche a causa degli ostacoli tecnici all’impiego di strumenti a basso costo. I sensori più utili alle rilevazioni necessarie (es. pH, conducibilità elettrica, sali minerali presenti, umidità e temperatura) sono molto precisi e offrono risposte lineari (sono cioè capaci di rispondere fedelmente agli stimoli ambientali, senza richiedere adattamenti da parte dell’utilizzatore). Tali sensori non sono tuttavia adatti a un uso intensivo sotto terra o in presenza di acqua corrente per molte ore/giorni/settimane. Devono venire protetti dai circuiti elettrici e possono degradarsi velocemente.
Qualcosa si può fare, e a chiederlo non è il mondo scientifico ma l’ambiente. Le risorse naturali vanno gestite con parsimonia e alcuni semplici accorgimenti permettono di misurare e monitorare una serie di dettagli, grazie ai quali ridurre i consumi d’acqua e ottimizzare l’uso di concimi e integratori naturali. È così possibile risparmiare sui costi di produzione ma anche disporre dei ‘big data’ per valutare l’andamento storico delle colture, fare analisi e previsioni. In due parole, ricerca e sviluppo.
Acqua ed energia, riduzione dei consumi
Sfera-Waterfood è un sistema di misurazione e controllo teso a ridurre i consumi di acqua ed energia, concepito per ottimizzare le coltivazioni idroponiche. (2) Il primo test è stato condotto in provincia di Grosseto, su un campo di 13 ettari. Il fondatore Luigi Galimberti ambisce ora a costruire serre intelligenti anche in altre parti del mondo, con prospettive di risparmi fino al 75%. E gli investitori lo seguono. Nata nel 2016 con un fondo italiano di venture capital (Oltre Venture, 150 mila euro), ha raccolto investimenti pari al 1200% del capitale iniziale già nel secondo esercizio.
Sogreen è un progetto nato in Sardegna pochi mesi dopo. (3) Secondo classificato al primo ‘Contamination Lab’ dell’Università di Sassari, Sogreen è un sistema intelligente per gestire i cicli colturali in serra. Con la possibilità di mantenere i consumi sotto controllo in remoto, attraverso pc, tablet e smartphone.
Telaqua è un progetto francese, sviluppato grazie all’incubatore ‘Aix-Marseille French Tech’. (4). Ancora una volta, la chiave del successo è la capacità di controllare e regolare a distanza il consumo di acqua. Telaqua consente agli agricoltori di ‘controllare l’irrigazione da remoto, monitorare le loro installazioni e aumentare i loro raccolti.’ (5) Utilizzando uno smartphone, l’agricoltore può controllare l’irrigazione delle sue parcelle, gestire il suo programma e adattare l’irrigazione a seconda dei livelli di umidità del terreno.
‘In agricoltura l’acqua è una risorsa vitale e indispensabile, e vi sarà probabilmente un aumento delle restrizioni sul volume di acqua utilizzabile. L’irrigazione è vitale per soddisfare i bisogni di molte colture. Trovandoci tra la scarsità della risorsa e la crescente pressione dell’agricoltura intensiva’, la domanda cruciale è ‘come sviluppare l’agricoltura e l’irrigazione risparmiando una risorsa sempre meno disponibile?’ (Telaqua, i fondatori)
Peccato solo che alcuni disciplinari di produzione (es. vitivinicoli) non consentano ancora, in Italia, correttivi e irrigazioni ‘on demand’. Come se risparmio idrico e ottimizzazione delle risorse non fossero compatibili con la qualità delle produzioni (sic!).
Agrotecnologie e sviluppo sostenibile
La tecnologia è di certo utile a risolvere alcune delle più grandi sfide per lo sviluppo sostenibile del pianeta. Agricoltura di precisione e riutilizzo degli scarti (es. bioplastiche), sono solo un paio delle centinaia di ottimi esempi. Agroecologia, riduzione degli sprechi ed economia circolare devono sempre e comunque guidare l’innovazione.
La biodiversità è un valore essenziale da proteggere, per il miglior presidio della ‘food security’ e la resilienza delle colture. E la prossima disponibilità di nuove tecnologie nella ‘nano sensoristica’ potrà coprire il ‘metro mancante’ per ottenere dati ancor più completi sulle caratteristiche dei suoli. Nella prospettiva di valorizzare e proteggere i nostri tesori, senza cedere al tranello della loro sostituzione con le sementi biotech dei monopolisti dietro banale promessa di maggiori rese.
Guido Cortese e Dario Dongo
Note
1) www.arduino.cc
2) http://www.waterfood.it/
3) https://www.uniss.it/innovazione-e-societa/innovazione-e-impresa/clab-uniss/edizioni/edizione-2017/i-nostri-team
5) https://www.telaqua.com/en/smart-agriculture-en/