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Controlli bio in Italia, l’ABC e i dati

Le produzioni biologiche sono spesso oggetto di disinformazione, da parte del mainstream media. Abbiamo già smentito alcune notizie errate sulle condizioni di allevamento e il benessere animale. Ed è giunta l’ora di fare chiarezza sul regime dei controlli nelle produzioni bio. L’ABC delle regole e i numeri non lasciano spazio alle chiacchiere.

Produzione biologica, tratti distintivi

La produzione biologica è caratterizzata dai seguenti elementi distintivi:

– si conforma a un canone tecnico associato ai sistemi di qualità,

– è disciplinata da regole cogenti,

– è garantita dalle istituzioni attraverso un sistema di controlli,

– è identificata da un logo unitario che ne sintetizza i valori,

– persegue obiettivi a valenza ambientale e sociale,

– prevede l’indicazione di origine delle materie prime (es. Agricoltura Italia, UE, non UE, in prossimità del logo).

Il sistema dei controlli – inteso come l’insieme di attività, metodi e strumenti a garanzia della conformità dei prodotti – prevede la sinergia di autorità di controllo (enti pubblici) e Organismi di Controllo (OdC, soggetti pubblici ovvero privati incaricati di pubblico servizio). Questi ultimi svolgono attività di ispezione e certificazione, su autorizzazione dell’autorità pubblica su cui incombe la funzione di vigilanza.

La dichiarazione di conformità ai requisiti previsti dal regime biologico può venire esclusivamente rilasciata da un Organismo accreditato, autorizzato a svolgere attività di controllo e certificazione nel settore specifico. L’autorizzazione è concessa dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo (MiPAAFT), l’accreditamento da un ente garante (‘Accredia’ per l’Italia). Entrambi sono chiamati a vigilare le attività degli organismi di certificazione, allo scopo di garantire il rispetto delle regole. L’Organismo accreditato deve essere estraneo al sistema produttivo aziendale e avere caratteristiche di indipendenza, imparzialità e competenza. In altri termini, dev’essere un ‘professionista della dichiarazione’, a norma di legge e di standard internazionale (ISO 17065:2012).

Biologico, quali garanzie. Il sistema dei controlli

Tutte le fasi della produzione e della commercializzazione – anche tramite ecommerce, come chiarito dalla Corte di Giustizia UE – devono sottostare al sistema di controllo stabilito dalle regole europee. (1) Vale a dire che ogni operatore coinvolto in qualsiasi fase del processo – ‘from farm to fork’ e ‘from stable to table’ – deve aderire al sistema di controllo.

La conformità del prodotto designato come ‘biologico’ viene garantita mediante autocontrollo dell’operatore, controllo dell’Organismo di certificazione, vigilanza delle Autorità di Controllo. La conformità del prodotto viene attestata mediante dichiarazioni documentali ed è verificata mediante controlli gestionali e analitici. Con la garanzia di tracciabilità dei due elementi essenziali:

– la conformità al metodo,

– l’origine di tutte le materie utilizzate.

Il sistema dei controlli, nel dettaglio, si articola come segue:

– ispezione ‘in loco’ da parte di ispettori tecnici (TI) incaricati dagli Organismi di Controllo (OdC), presso tutti gli operatori, con frequenza minima annuale,

– campionamento e analisi. Gli ispettori tecnici (TI) prelevano i campioni, nel numero e alle condizioni prescritte per garantirne la rappresentatività, e li trasmettono ai laboratori autorizzati dall’Autorità Competente (AC) per la verifica analitica,

– certificazione da parte degli OdC, mediante validazione dei risultati delle verifiche ispettive e dei riscontri analitici. La frequenza delle verifiche ispettive annue e i prelievi presso ogni singolo operatore sono definiti in base all’analisi del rischio prescritta dal regolamento, secondo le modalità indicate in un documento tecnico dell’Ente di Accreditamento Nazionale (RT16 Rev. 05 Accredia).

– Sistema Informativo Biologico (SIB), albo pubblico on-line di tutti gli operatori aderenti al metodo. L’albo, costantemente aggiornato, è disponibile sul sito www.sinab.it.

Efficacia, efficienza e terzietà del sistema dei controlli sono garantite mediante applicazione delle procedure che seguono:

– selezione e formazione dei TI, per quanto attiene a competenze e potenziali conflitti di interesse da parte degli OdC,

– monitoraggio dell’operato dai TI, da parte degli OdC,

– autorizzazione degli OdC ad opera dell’Autorità Competente (AC),

– autorizzazione dei TI ad operare per conto dell’OdC da parte dell’Autorità Pubblica (AC),

– vigilanza dell’operato degli OdC da parte dell’AC e dell’Ente di Accreditamento. Attività che prevede:

a) verifiche ispettive esaustive presso le sedi degli OdC, con frequenza annuale,

b) verifiche ispettive e analitiche (queste ultime solo da parte della AC), ogni anno, presso un campione rappresentativo per ogni singolo OdC,

– scambio informazioni – sia tra AC e OdC, sia tra i diversi OdC – con la frequenza e i contenuti previsti dalla normativa,

L’autorità competente (AC) deve organizzare regolari ispezioni presso gli OdC. Con il potere di ritirare la delega ai controlli, qualora a seguito di ispezione risultino carenze e il soggetto delegato non adotti azioni correttive appropriate e tempestive. L’AC è inoltre tenuta a:

a) assicurare obiettività e indipendenza dei controlli eseguiti dall’OdC,

b) verificare l’efficacia dei controlli,

c) annotare le irregolarità o infrazioni accertate e le misure correttive applicate,

d) revocare l’autorizzazione dell’OdC che non soddisfi i requisiti previsti dalla norma.

Le ispezioni degli Organismi di Controllo (OdC) prevedono, con una frequenza minima annuale, le seguenti fasi:

– verifica dei pre-requisiti di certificazione,

– ispezione delle strutture,

– verifica di buone prassi operative e registri di lavorazione,

– eventuale prelievo di campioni.

Gli OdC come si è accennato sono incaricati di pubblico servizio, tuttavia privi del potere di irrogare sanzioni amministrative e del ruolo di polizia giudiziaria. In caso di non-conformità rilevate in corso di ispezioni, essi adottano le seguenti misure:

– diffida (un richiamo scritto che prevede i termini per sanare la situazione), nel caso di inosservanza (cioè un’inadempienza lieve che non comprometta la conformità del processo di produzione né del sistema di autocontrollo aziendale, senza variazioni sostanziali dello status aziendale (es. ritardo nell’invio di documenti peraltro regolari),

– sospensione dell’azienda per sei mesi, con ritorno in conversione dei terreni per 24/36 mesi, fino a

– esclusione dal sistema di controllo, nei casi di infrazione. Vale a dire di inadempienze di carattere sostanziale che compromettano la conformità dei prodotti e l’affidabilità dell’operatore (es. utilizzo di prodotti fitosanitari non ammessi).

Tutte le non conformità devono venire registrate e segnalate all’AC e alla Regione ove ha sede l’operatore. Sarà l’autorità competente, previa verifica in azienda, a irrogare sanzioni amministrative e comunicare all’Autorità giudiziaria eventuali notizie di reato. La Regione a sua volta intimerà la restituzione di contributi eventualmente erogati all’operatore nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale. (2)

Controlli sul biologico in Italia, i dati

I controlli sul bio possono venire distinti in due momenti, l’attività degli Organismi di Controllo (OdC) e la vigilanza dell’Autorità pubblica competente (AC).

1) Controlli degli OdC. Gli ultimi dati disponibili mostrano che nel 2016 gli OdC hanno eseguito una media di 115 verifiche ispettive ogni 100 operatori, di cui il 15% senza preavviso. Il 12% delle attività ha previsto un campionamento. Sono state aperte 4.166 ‘Non-Conformità’ (5.8%) e il 7,5% dei campionamenti effettuati è risultato positivo. Tale ultimo dato non è peraltro rappresentativo, dal punto di vista statistico, poiché i campioni vengono prelevati in modo selettivo su settori, aziende e prodotti che presentino la massima criticità in termini di rischio contaminazione. Si evidenzia peraltro il livello di attenzione e professionalità investigativa, mirata a intercettare le anomalie prima che i prodotti raggiungano il consumatore.

2) Vigilanza dell’AC. L’attività di vigilanza del dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) è incrementata sensibilmente (+35%) negli ultimi tre anni. E se da un lato sono aumentate in proporzione le contestazioni amministrative e notizie di reato, si è al contempo registrato un netto calo di esiti analitici irregolari (-50%). Oltreché del numero dei sequestri (-42%) e del valore delle merci sequestrate (-77%, lo 0,01 del valore di mercato nel 2018). Vale oltretutto la pena annotare come l’ICQRF esegua quasi sempre i controlli ‘a colpo sicuro’, a seguito di precise segnalazioni delle non conformità rilevate dagli OdC nel corso delle loro ispezioni quotidiana.

ICQRF, i controlli nel settore biologico, 2018

Attività di Controllo

Variazione 2015/2018

2018

2017

2016

2015

Controlli ispettivi (n.)

33,6%

2771

2738

2690

2074

Operatori controllati (n.)

37,3%

2297

2250

1956

1673

Operatori irregolari (%)

22,8%

11,30%

6,60%

7,40%

9,20%

Prodotti controllati (n.)

36,9%

3689

3476

3121

2695

Prodotti irregolari* (%)

22,2%

8,80%

5,60%

5,70%

7,20%

Esiti analitici irregolari (%)

-50,0%

3,20%

3,80%

5,40%

6,40%

Risultati operativi

Notizie di reato (n.)

183,9%

88

19

37

31

Contestazioni amministrative (n.)

35,5%

187

106

107

138

Sequestri (n.)

-42,5%

23

25

32

40

Quantità prodotti sequestrati (t)

238,9

1209

*

*

Valore dei sequestri (ml. €)

-77,9%

0,58

1,08

1,56

2,62

Diffide (n.)

103,7%

110

75

49

54

Valore del mercato (ml. €)

111,0%

5612

5381

4936

2660

Incidenza sul totale del valore di mercato

-89,5%

0,01%

0,02%

0,03%

0,10%

* dato non disponibile. Fonti: elaborazione su dati Bio in cifre (2017), Bioreport (2016-2018), Nomisma per Assobio (Presentazione Marca 2018), ICQRF (Report Attività 2017 e 2018)

Le violazioni contestate sono in gran parte riconducibili all’informazione al consumatore e a inadempienze amministrativo-contabili. In particolare:

– violazioni delle norme su etichettatura e presentazione dei prodotti (37%),

– infrazioni di natura amministrativo-contabile (irregolare tenuta di registri, documentazione commerciale inesatta o irregolarmente compilata, etc., 28%),

atti fraudolenti (commercializzazione di prodotti convenzionali come bio, residui di fitofarmaci non consentiti in agricoltura biologica, 17%),

– irregolarità di natura merceologica (13%),

– violazioni amministrative legate al sistema delle indicazioni geografiche (evocazione di denominazioni registrate, utilizzo di indicazioni false o ingannevoli sull’origine, 5%).

Biologico, perché fidarsi

Le regole e i dati sopra espressi dimostrano – al di sopra di ogni sospetto, disinformazione e dubbio propalati da portatori d’interessi diversi – come il sistema dei controlli pubblico-privati sulle produzioni biologiche sia tetragono, efficace ed efficiente. Se pure perfettibile, come ogni attività antropica. Ed è bene annotare che tutti i suddetti controlli si aggiungono a quelli a cui i processi e prodotti bio sono sottoposti al pari delle produzioni convenzionali.

Accredia ha poi adottato un regolamento tecnico (RT16) che impone a ogni Organismo di Controllo di mantenere aggiornato un database ove sono registrati:

– operatori e prodotti (codice operatore, ragione sociale, indirizzo e partita IVA, prodotti certificati e relative codifiche, status della certificazione),

– transazioni relative ai prodotti sfusi (quantità, documenti, destinatari).

Le banche dati sono condivise tra gli organismi di controllo – e rese disponibili all’autorità competente – in modo da consentire controlli incrociati. Il database, una volta completato con le rese medie prevedibili nei diversi territori per le diverse colture alle varie altimetrie, consentirà la validazione automatica delle rese dichiarate dai produttori. Il passo ulteriore dovrà essere quello di rendere accessibile la banca dati anche agli operatori, in modo da consentire loro una più immediata qualifica dei fornitori. Mediante verifica del loro status, la congruità delle quantità prodotte in relazione alla superficie aziendale, i bilanci di massa (quantità acquistate e vendute o trasformate).

I consumAttori italiani fanno bene perciò a privilegiare l’acquisto di prodotti bio, poiché i controlli su di essi sono effettivamente superiori. Ma anche e soprattutto perché grazie alle loro scelte, come la stessa FAO ha di recente suggerito, contribuiscono a preservare la biodiversità e l’ecosistema. Rispetto ai cambiamenti climatici e alla contaminazione dai pesticidi che tuttora avvelenano dell’ambiente e delle persone.

Scegliere un’agricoltura biologica ed equa, quanto più possibile legata ai territori, significa contribuire al bene della comunità e partecipare al progresso. Grazie alla determinazione e coesione verso tale scelta oltretutto, in quanto veri padroni del mercato, possiamo imporre un’offerta più ampia e migliore, a prezzi equi anche per chi decide di acquistare alimenti sani, buoni e giusti. Naturali per davvero. L’agognata democratizzazione del bio è infatti il migliore dei risultati a cui si possa ambire, nella filiera alimentare italiana.

#Égalité!

Donato Ferrucci e Dario Dongo

Note

Cfr. reg. CE 834/07 (Titolo V, Controlli), d.lgs. 20/2018

(2) Cfr. D.M. 15962 del 20.12.2013 (Disposizioni per l’adozione di un elenco di ‘non conformità’ riguardanti la qualificazione biologica dei prodotti e le corrispondenti misure che gli Organismi di Controllo devono applicare agli operatori ai sensi del reg. CE 889/2008 modificato da ultimo dal Regolamento di esecuzione UE 392/2013)

Bibliografia

BioReport anni 2016-2017-2018. L’agricoltura biologica in Italia,

Bio in cifre 2017, su www.sinab.it,

Nomisma per Assobio. Presentazione Marca 2018. Il mercato italiano dei prodotti biologici,

SINAB. http://www.sinab.it/content/rese,

SIAN. https://www.sian.it/consRese/paiRicerca.do (Consultazione pubblica rese)

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