Il Belgio fiammingo affronta a suo modo il problema di obesità, sovrappeso e malattie correlate a diete squilibrate e cibo-spazzatura. Senza introdurre semafori in etichetta (come invece Inghilterra, Francia e Paesi scandinavi), né promuovere la riformulazione degli alimenti (come la Spagna). Bensì proponendo una nuova piramide alimentare, nel più generico contesto dell’educazione a una vita sana.
Diete squilibrate e cibo-spazzatura, il guaio sanitario
I dati del Global Health Observatory (GHO) mostrano un’incidenza superiore alla media, nella popolazione belga, (1) di sovrappeso (59,5%) e obesità (22,1%). Nel drammatico quadro globale delineato dall’OMS, laddove obesità e sovrappeso affliggono ora il 39% degli adulti e 19% dei minori (età 5-19), e gli obesi sono triplicati dal 1975 al 2016.
‘L’abitante medio delle Fiandre – la parte settentrionale del Belgio di lingua olandese – consuma troppi cibi collocati nella zona rossa della nuova piramide alimentare (cibi eccessivi in zuccheri, sale e grassi), e carni rosse’, riferisce Loes Neven, coordinatore della nutrizione all’Istituto fiammingo per una vita sana. ‘Non consuma frutta, verdura e cereali integrali (alimenti a base vegetale in generale). Gli adolescenti hanno le peggiori abitudini alimentari di tutte le età’.
La nuova piramide alimentare del Belgio fiammingo si inquadra così in un progetto educativo che ha da poco compiuto i 50 anni, e nonostante i ripetuti aggiornamenti – che ora considerano vari aspetti della salute, dalla dieta e alla forma fisica – si è finora rivelato fallimentare. Il consumo eccessivo di cibi HFSS (High in Fats, Sugars and Sodium) è infatti il vero problema da affrontare, e pochi governi finora hanno avuto il coraggio di introdurre misure efficaci.
La nuova piramide alimentare delle Fiandre
La piramide nutrizionale delle Fiandre è ruotata sottosopra rispetto a quella classica, con la base in alto e l’apice in basso. Un formato grafico forse più efficace, poiché espone in miglior vista i cibi da assumere con maggior frequenza. Bere più acqua, consumare vegetali in abbondanza. Cereali al centro, poi latticini, uova pesce e carni bianche. Carni rosse con moderazione, in fondo alla piramide.
Cibi e bevande HFSS – cioè ricchi in zuccheri, sale e grassi – sono collocati in una zona rossa, un cerchio al di fuori della piramide, assieme alle bevande alcoliche. Con l’avvertenza ‘da consumare il meno possibile.’
La comunicazione è più semplice rispetto ai modelli tradizionali, poiché si impiegano i colori verde, giallo e rosso per esprimere i diversi livelli di attenzione da rivolgere ai vari tipi di alimenti. Vi sarebbe pure una zona grigia – con arachidi salate, succhi di frutta, latte al cioccolato, pane bianco e yogurt zuccherato – che tuttavia non è visibile.
Non abbandonare la speranza (senza abbandonarsi solo a essa)
È tutto così semplice, che rimane da chiedersi come possa funzionare. Forse sottoponendo i cittadini di ogni età alla visione forzata della nuova piramide? Esponendola in scuole, presidi medici, centri sportivi? Pubblicità-progresso? Screensaver di regime? Fossero almeno parole, si potrebbe pensare al trattamento con ipnosi e PNL (Programmazione Neuro Linguistica) dei pazienti obesi. Ma con le immagini, anche ciò è difficile.
Un esercizio di stile, piuttosto si direbbe. L’amministrazione sanitaria potrà così raccontare al governo centrale e all’OMS di avere aggiornato il programma di educazione nutrizionale, nella grafica e nell’approccio. Poiché si guarda all’impatto più o meno favorevole dei singoli cibi sulla salute del consumatore – così ad esempio, le bibite zuccherate in zona rossa (e dove altrimenti?) – anziché classificarli in base ai loro apporti nutrizionali (es. fonti di zuccheri semplici).
Ma lo stile della sanità pubblica, in Belgio come nel resto d’Europa, è davvero disastrato. E i consumatori, sempre più distratti – quando fanno la spesa come quando camminano per strada, spesso immersi nei loro smartphone – hanno bisogno sia di cibi migliori dal punto di vista nutrizionale, sia di drastici divieti alla pubblicità di junk food.
I codici cromatici possono essere utili sulle etichette, anziché sulle piramidi, per mostrare in un colpo d’occhio le caratteristiche dei cibi non tradizionali. Poiché spesso anche ciò che appare come ‘salutare’ – vedasi molti piatti pronti vegani – non lo è affatto.
Dario Dongo
Note
(1) Global Health Observatory, database tenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, su http://www.who.int/gho/ncd/risk_factors/overweight/en/. La situazione in Italia è altrettanto drammatica, con sovrappeso e obesità che colpiscono rispettivamente il 58,5% e il 19,9% degli adulti, il 36,8% e 12,5% di bambini e adolescenti
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.