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Profili nutrizionali, l’OMS avanza e l’Europa retrocede

I cosiddetti ‘profili nutrizionali’ servono a classificare gli alimenti e le bevande sulla base delle loro caratteristiche nutrizionali, con l’obiettivo di facilitare scelte salutari di consumo e ridurre l’incidenza di obesità, sovrappeso e malattie derivanti da squilibri dietetici. Come il diabete di tipo 2, che va crescendo in proporzioni epidemiche nei cinque continenti, le patologie cardio-vascolari e altre ancor più gravi malattie non trasmissibili (c.d. NCDs, Non Communicable Diseases). L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, sta quindi sviluppando apposite Linee Guida in vista dell’adozione di tali criteri (1) nei suoi 193 Paesi membri, per meglio adempiere al suo obiettivo costituzionale di promuovere il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita come ‘condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale’. Ma nello stesso tempo l’Unione Europea, le cui popolazioni sono pure afflitte dalla crescente diffusione delle citate malattie, fa un passo indietro proprio su questo fronte. Come è possibile? Cerchiamo di capirlo insieme.  

L’obesità è raddoppiata a livello planetario, dal 1980 a oggi. Due miliardi di essere umani su sette sono obesi o sovrappeso, e almeno 2,8 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di ciò. Il numero di bambini sovrappeso di età inferiore ai 5 anni, 43 milioni nel 2013, è raddoppiato rispetto al 1990 e si stima raddoppierà ulteriormente nei prossimi dieci anni (2). Le molteplici cause possono venire riassunte nello squilibrio tra l’energia assunta attraverso il cibo e quella consumata nelle attività fisiche, e nell’eccessivo apporto di zuccheri, grassi saturi e sale. I consigli pratici dell’OMS per una sana alimentazione sono perciò focalizzati su questi elementi cruciali, oltrechè sul bisogno di aumentare i consumi di frutta e verdura, verso un target giornaliero minimo di 5 porzioni pari a ca. 400 grammi (3). 

Zuccheri semplici, grassi saturi e sale sono al centro delle raccomadazioni dell’OMS, laddove i c.d. ‘free sugars’ non devono superare il 10% dell’apporto energetico complessivo (vale a dire, non oltre 50 grammi, pari a circa 12 cucchiaino rasi, per un adulto medio normopeso, con un fabbisogno di 2000 kcal/die) e dovrebbero venire idealmente limitati al 5%, cioè la metà, per ottenere ulteriori benefici per la salute. I grassi non dovrebbero eccedere il 30% dell’energia assunta, con privilegio ai mono- e polinsaturi (offerti dagli oli d’oliva e di semi, es. girasole e colza, nonchè dalla frutta secca come noci, mandorle e nocciole. Senza trascurare i benefici per la salute legati ad alcune nobili fonti di grassi saturi, quali latte e yogurt, burro e latticini in generale (4).  Il sale in eccesso è a sua volta l’indiziato principale di omidici per infarto e malattie cardio-vascolari. L’OMS raccomanda una misura di prevenzione, non oltre i 5 grammi al giorno, ma gli europei continuano ad assumerne circa il doppio.  

I profili nutrizionali hanno il preciso scopo di demarcare i prodotti che, nell’ambito di ciascuna categoria di alimenti, risultino preferibili dal punto di vista nutritivo. Senza penalizzare gli alimenti che risalgono alle storie dei popoli – quali in Italia il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano DOP, l’olio extravergine d’oliva a tanti altri – i quali possono venire esclusi da tale ‘criterizzazione’ proprio in ragione della loro tradizionalità di produzione e moderato consumo, che si colloca nell’ambito di diete storicamente equilibrate – come appunto suggerito dalla stessa OMS. 

Le applicazioni dei profili, per la tutela della salute pubblica, sono molteplici: – nei confronti dei produttori, i profili possono stimolare la riformulazione degli alimenti e bevande in sintonia con le esigenze attuali di nutrizione 5. Mediante restrizioni del marketing rivolto a bambini e adolescenti e limiti all’uso di indicazioni nutrizionali e salutistiche su prodotti non conformi ai parametri stabiliti, cui possono venire dedicate misure fiscali apposite come le c.d. ‘junk-food tax’, ‘soda tax’, da integrarsi con misure di contenimento dei prezzi di verdura, frutta e altri alimenti salutari (6), – nei programmi di educazione e informazione pubblica, volti a promuovere una sana alimentazione, i criteri di selezione possono condurre a strumenti di informazione sintetica sulle etichette dei prodotti (come i ‘traffic lights’ in UK, gli ‘healthy logo’ in NL, il ‘keyhole system’ in DK, SW, NOR, FIN). Per rendere i consumatori consapevoli della necessità di ridurre al minimo i consumi di prodotti le cui caratteristiche nutrizionali risultino eccessive, se non estreme. Affinchè la c.d. ‘indulgenza’ vada oltre misura e conduca a inutili malattie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando con esperti internazionali al riesame dei diversi schemi adottati da oltre due decenni da parte di governi, associazioni non governative, industrie e ‘retailers’, al preciso scopo di condividere un modello utile a incidere favorevolmente sulla salute delle popolazioni del pianeta, a fronte di un rischio di malnutrizione globale che appare altrimenti irrisolvibile. Nei Paesi ‘avanzati’ dal punto di vista economico (ove pure le gravi diseguaglianze sociali si esprimono nei termini di ‘food divide’ e ‘health divide’), come nei Paesi in Via di Sviluppo (7).  

Ma le politiche europee in tema di sicurezza nutrizionale, già fallimentari (8), si sono del tutto arenate. Nessuna misura concreta è stata a tutt’oggi intrapresa per fronteggiare il micidiale eccesso del mix di zuccheri, grassi e sale, al quale sono attribuiti pericolosi effetti per la salute ma anche fenomeni di dipendenza non dissimili da quelli provocati dalle droghe (9). l profili nutrizionali erano a suo tempo stati introdotti al preciso scopo di impedire l’impiego dei c.d. ‘nutrition & health claims’ su alimenti squilibrati, ma la Commissione europea non ha mai osato contrastare le lobby dei produttori di cibo-spazzatura ed è venuta meno al compito di definire gli stessi entro il 2009, come invece avrebbe dovuto (10). Nonostante che l’Efsa (European Food Safety Authority) avesse effettivamente pubblicato, nel febbraio 2008, l’opinione scientifica a tal uopo prevista (11). 

Il Parlamento europeo ha inferto il colpo finale ai profili nutrizionali il 26.3.15, con una decisione a larga maggioranza (50 voti su 68) della sua Commissione Ambiente, Sicurezza Alimentare e Salute Pubblica (ENVI) per l’eliminazione del loro stesso concetto. Con una giustificazione che non aiuta a eliminare i sospetti sull’efficacia della lolobby di produttori di ‘junk-food’: la definizione dei profili nutrizionali da parte della Commissione europea sarebbe oggi tardiva, oltrechè inutile e penalizzante rispetto ai cibi caratteristici della dieta mediterranea, nonché per le produzioni agroalimentari tutelate da appositi disciplinari (come DOP e IGP). Trascurando del tutto le rassicurazioni, dell’OMS come del regolamento ‘claims’, sulla salvaguardia dei prodotti tradizionali.

‘Profit over Public Policies’?

(Dario Dongo)

Note

(1) http://www.who.int/nutrition/topics/profiling/en, http://globalnutritionreport.org/the-data/nutrition-country-profiles, http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/270716/Nutrient-Profile-Model.pdf?ua=1. Primi commenti su http://www.sicurezzaalimentare.it/nutrizione/Pagine/OMSprepara“profilinutrizionali”masalviDOP-prestolimitiapubblicitàingannevoleancheinEuropa.aspx

(2) Asma Lateef, direttore del ‘Bread for the World Institute’, su http://www.unscn.org/files/Publications/SCN_News/SCNNEWS41_web_low_res.pdf

(3) WHO – World Health Organization, ‘Practical advice on how to maintain a healthy diet’, http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs394/en

(4) http://www.thedairyreport.com/why-do-people-drink-milk, http://www.nytimes.com/pages/opinion/index.html

(5) http://www.ilfattoalimentare.it/obesita-malattie-correlate-industria-deve-riformulare-prodotti-rivedere-pubblicita-denuncia-direttrice-generale-oms.htmlhttp://www.ilfattoalimentare.it/se-aumenta-il-prezzo-delle-bibite-cala-lobesit.html, http://www.ilfattoalimentare.it/prezzi-frutta-verdura-cibo-sano-sudafrica-fast-food-rand.html

(6) http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0008/273662/Using-price-policies-to-promote-healthier-diets.pdf?ua=1

(7) http://www.oecd.org/social/income-distribution-database.htm, http://wer.worldeconomicsassociation.org/files/WEA-WER-4-Woodward.pdf, http://www.ilfattoalimentare.it/messico-soft-drink-epidemia-diabete.html, http://www.ilfattoalimentare.it/coca-cola-e-pepsico-junk-food-venezuela.html

(8) http://www.ilfattoalimentare.it/in-europa-sovrappeso-e-obesita-sono-raddoppiati-in-20-anni.html, http://www.ilfattoalimentare.it/obesita-europa-in-crescita-allarmante-regno-unito.html, http://www.ilfattoalimentare.it/who-cibi-dannosi-salute-consumatori-interessi-industria-alimentare.html, http://www.ilfattoalimentare.it/obesita-sovrappeso-ictus-epidemia.html

(9) http://www.ilfattoalimentare.it/libro-michael-moss-obesita-grassi-zucchero-sale.html

(10) Regolamento CE 1924/06, articolo 4

(11) http://www.efsa.europa.eu/en/scdocs/doc/644.pdf

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