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Upcycling, la via maestra di ricerca e innovazione

Upcycling – valorizzare cioè i flussi laterali dei processi, nelle filiere agroalimentari come in altre – è la parola magica a cui guardare in ogni attività di ricerca e innovazione. (1)

Le risorse naturali sono limitate e la loro disponibilità sempre più incerta, per fattori geopolitici e climatici. L’economia circolare è esigenza comune a ogni sistema. (2)

Automazione e digitalizzazione, raccolta ed elaborazione dei dati tramite AI (Artificial Intelligence) vanno perciò orientati a servizio di questo obiettivo primario.

1) Upcycling, il concetto

Il concetto di upcycling comprende ogni forma di reimpiego migliorativo di materiali altrimenti destinati al riciclo in filiere a minor valore aggiunto (es. da alimenti a mangimi), piuttosto che alla valorizzazione energetica o lo smaltimento a rifiuto.

Gli upcycled foods sono dunque alimenti che riutilizzano (almeno in parte) coprodotti e scarti di altre produzioni, altrimenti destinati a usi diversi dal consumo umano. Con un impatto favorevole sull’ambiente e la società.

2) Innovazione sostenibile

I cinque pilastri dello sviluppo sostenibile – People, Planet, Prosperity, Peace and Partnership – trovano convergenza nella condivisione di modelli partecipativi (open innovation) volti a ottimizzare l’efficienza d’impiego delle risorse disponibili e redistribuirne i benefici.

L’upcycling nelle filiere agroalimentari è un’innovazione che accorda le esigenze di:

  • economia (nuovo valore a materie prime recuperate di costo inferiore a quelle originali),
  • ambiente (minore pressione sugli ecosistemi, nella produzione e lo smaltimento di scarti e rifiuti),
  • sociale (riduzione degli sprechi alimentari, accessibilità degli alimenti).

3) Primo obiettivo, ridurre gli sprechi

Gli sprechi alimentari vengono distinti in perdite di cibo (food loss) – dalla produzione agricola primaria, alla distribuzione al consumatore esclusa – e rifiuti alimentari (food waste), nelle fasi successive. Le loro stime in UE rimangono del tutto approssimative, in attesa della definizione di criteri attendibili di misurazione. (3)

Eurostat (2022) ha stimato gli sprechi alimentari in UE nel 2020 in circa 57 milioni di tonnellate (-45% rispetto agli 88 mln t stimati nel 2014. V. nota 3), per un valore di mercato di circa € 130 miliardi. 127 kg di sprechi alimentari per abitante, così ripartiti:

  • 45% di food loss (perdite). Nella trasformazione di alimenti e bevande anzitutto (18%), seguita da produzione agricola primaria (11%), ristorazione (9%) e distribuzione (7%),
  • 55% di food waste. Rifiuti, o eccedenze, generati dai consumatori (70 kg pro-capite). Sebbene 36,2 milioni di abitanti, secondo le stime, non fosse in grado di permettersi due pasti adeguati ogni giorno.

4) Applicazioni pratiche. Da food loss e food waste all’upcycling

Gli scarti – nelle filiere vegetali (es. bucce e semi di frutta e verdura, coprodotti di cereali e legumi) e animali (es. scarti della filiera ittica) – possono venire utilizzati come materie prime in nuovi processi di produzione alimentare, anziché realizzare food loss.

Le eccedenze alimentari – che dovrebbero anzitutto venire prevenute, a livello sistemico (2) – possono a loro volta venire sottoposte a nuovi processi di trasformazione alimentare, ovvero donate ad associazioni caritatevoli (food banks), per ridurre la food waste. (4)

5) Bio-economia circolare e gerarchia del recupero di alimenti

Il concetto di ‘bioeconomia circolare’ viene proposto in un recente studio (Klein et al., 2022) per proporre una ‘gerarchia delle strategie di prevenzione di eccedenze alimentari, sottoprodotti e rifiuti alimentari’. (5) I ricercatori di fatto applicano la gerarchia dei rifiuti, o scala di Lansink, alle filiere agroalimentari (Fig. 1).

upcycling studio
Figura 1 – Gerarchia delle strategie di prevenzione di eccedenze alimentari, sottoprodotti e rifiuti alimentari (Klein et al., 2022). (5)

La ‘piramide del valore’ esposta nello studio classifica le diverse opzioni di trattamento di scarti ed eccedenze, avuto riguardo al loro valore aggiunto e al livello di sostenibilità. Per promuovere la crescita economica attraverso l’eco-innovazione, ma anche l’integrazione verticale nella catena del valore, tra i vari comparti e con le istituzioni (6,7).

6) Conclusioni provvisorie

Il 2030 si avvicina e la più grande sfida del pianeta – il raggiungimento del Sustainable Development Goal No 2, Zero Hunger – è sempre più lontana ancora in cerca di soluzioni. (8)

La sola soluzione oggi disponibile in ogni filiera e comparto, a prescindere dalle decisioni politiche, è proprio l’upcycling. Per integrare obiettivi sociali, ambientali ed economici.

Questi obiettivi sono centrali in Wasteless, il progetto di ricerca all’interno del programma Horizon Europe che si occupa di sviluppare e testare strumenti innovativi per monitorare e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Oltre che raccogliere e condividere le buone prassi orientate verso il riutilizzo dei flussi secondari e degli scarti. (9)

#Wasteless

Dario Dongo

Note

(1) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Upcycling, il reimpiego migliorativo nella filiera agroalimentare. GIFT (Great Italian Food Trade). 6.10.21

(2) Giulio Vulcano, Dario Dongo. Sprechi alimentari, un approccio sistemico per affrontare la crisi ecologica e sociale. GIFT (Great Italian Food Trade). 17.3.19

(3) Dario Dongo. Sprechi alimentari in UE, in arrivo un metodo comune di misurazione. GIFT (Great Italian Food Trade). 22.6.19

(4) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Redistribuzione e donazione di eccedenze alimentari, l’ABC. GIFT (Great Italian Food Trade). 11.11.22

(5) Klein, O., Nier, S. and Tamásy, C. (2022), Towards a Circular Bioeconomy? Pathways and Spatialities of Agri-Food Waste Valorisation. Tijds. voor econ. en Soc. Geog., 113: 194-210. https://doi.org/10.1111/tesg.12500

(6) La legislazione europea potrebbe a sua volta richiedere alcune riforme. Ad esempio, per consentire il reimpiego di animal by-products a condizioni in grado di garantire i più alti livelli di sicurezza alimentare. Oltreché per promuovere le attività di upcycling e la loro rendicontazione. A ciò si lavorerà nel progetto di ricerca Wasteless, in Horizon Europe

(7) Dario Dongo, Andrea Adelmo Della Penna. Wasteless, progetto di ricerca UE su economia circolare e blockchain. GIFT (Great Italian Food Trade). 5.9.22

(8) Sabrina Bergamini. La pandemia della fame non si ferma. Fame Zero è un miraggio. Égalité. 24.12.22

(9) Progetto Wasteless https://wastelesseu.com/

DARIO DONGO

Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) ed Égalité.

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